Contenuto della notizia
Una buona cultura previdenziale aiuta a pianificare la propria vecchiaia anche se le continue riforme non facilitano la comprensione della materia, sia pure nei suoi principi base. Ma quando non creano confusione le nuove norme finiscono con l’alimentare a volte una ingiustificata sfiducia.
La legge di bilancio di quest’anno è stata largamente incentrata sulle pensioni, specialmente sulla cosiddetta flessibilità in uscita, cioè dare la possibilità di andare in pensione prima dei limiti di età previsti dalla professoressa Fornero, limiti che nel 2011 furono accettati unanimamente da tutto il Parlamento. Punto centrale di questa nuova possibilità di andarsene prima è costituito dalla famosa Ape volontaria la cui partenza prevista per lo scorso mese di maggio, slitta continuamente.
La fase due governo sindacati si incentra invece su altre importanti questioni, fra cui il rilancio della previdenza complementare perché la cruda realtà prevede un futuro con una pensione pubblica sempre più bassa. Diventa così una scelta quasi obbligata aderirvi se si vuol vivere una vecchiaia più o meno decente.
Ma le adesioni crescono sempre debolmente.
Quando si spiega la previdenza complementare, si spiega altresì che il suo finanziamento passa attraverso l’utilizzo del Tfr. In questo snodo si coagulano tutte le difficoltà.
Il passaggio successivo consiste nello spiegare che questo Tfr versato alla complementare, non viene messo sotto la mattonella e restituito al pensionamento, ma è investito sui mercati finanziari per ottenere dei rendimenti che possano accrescere la futura pensione complementare. Invece di accontentarsi della rivalutazione legale dell’1,5% + lo 0,75% dell’inflazione si vogliono realizzare maggiori rendimenti. La scelta dell’investimento grava sull’aderente che spesso non distingue fra il calcolo dell’ interesse semplice e quello composto.
Qui scatta la paura dell’inconscio, si affollano alla mente tutto quello che i media dicono sui mercati finanziari, le bolle speculative, i miliardi di euro bruciati, gli indici di rendimento negativi, lo spread, le perdite per investimenti in derivati e altre amenità.
Paura alimentata dal fatto che la conoscenza specifica del funzionamento dei mercati finanziari in genere è pressocchè nulla. Gli italiani si sono affacciati sui mercati finanziari dapprima acquistando i Buoni ordinari del Tesoro, il famoso Bot people, che investiva in bot quando l’inflazione era a due cifre, poi ci sono stati gli acquirenti delle azioni delle aziende di Stato quando queste sono state privatizzate. E’ importante procedere ad un’alfabetizzazione dei principi di economie e della finanza per tutti, a cominciare dai giovani nelle scuole.
L’educazione finanziaria comporta benefici. Può aiutare gli adulti a pianificare eventi
importanti, quali acquistare una casa o mettere al mondo figli, può indurre a mettere
da parte fondi per affrontare situazioni impreviste, a investire in modo assennato e a
risparmiare in vista della pensione, oltre a evitare di essere vittime di frodi.
Finora l’educazione finanziaria l’hanno fatta soggetti meritevoli soggetti privati, come Mefop, Itinerari previdenziali, CertificatieDerivati, sindacati. Oggi scendono in campo soggetti istituzionali anche perché ci sono numerose leggi che impongono o prevedono una cosa del genere, come il comma 29* dell’art 24 della legge Fornero o, in ultimo il comma 40 dell’art 1 della legge sul mercato e la concorrenza legge 124/17
Così lo scorso 6 settembre si è tenuta al Mef la prima riunione del “Comitato per la programmazione e il coordinamento delle attività di educazione finanziaria”. A dirigere il Comitato EduFin, è stata nominata Annamaria Lusardi per la sua esperienza da economista specializzata nel campo dell’educazione finanziaria: presso ha altresì fondato e dirige il Global Financial Literacy Excellence Center alla George Washington University dove insegna Economia . Fra le numerose esperienze del passato nel campo annovera anche una collaborazione con l’ufficio per l’educazione finanziaria del Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti.
Il Comitato è stato introdotto dal legislatore nel nostro ordinamento con l’obiettivo di promuovere e programmare iniziative di sensibilizzazione ed educazione finanziaria, ed è stato istituito con decreto del Ministro dell’economia e delle finanze di concerto con il Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca e il Ministro dello sviluppo economico.
Accanto a Lusardi, nel comitato siedono dieci membri designati da amministrazioni centrali (Ministero dell’economia e delle finanze, Ministero dell’istruzione dell’università e della ricerca, Ministero dello sviluppo economico, Ministero del lavoro e della previdenza sociale), da autorità finanziarie (Banca d’Italia, Consob, Ivass, Covip, l’Autorità di vigilanza sulla previdenza complementare), dall’Organismo di vigilanza e tenuta dell’albo unico dei consulenti finanziari e dal Consiglio nazionale dei consumatori e degli utenti.
Nel corso della prima riunione il Comitato ha preso in esame una rassegna internazionale delle esperienze dei paesi (più di 60) che hanno adottato una strategia nazionale per l’educazione finanziaria, il censimento – realizzato da Banca d’Italia, Consob, Ivass, Covip, Feduf e Museo del risparmio – delle numerose ma frammentate iniziative presenti anche nel nostro paese, i dati disponibili sul livello di educazione finanziaria degli italiani in comparazione con quello di altre nazioni.
"Un serio programma per l’educazione finanziaria deve avere una prospettiva di lungo periodo – ha affermato nel corso dell’incontro Annamaria Lusardi – ma dobbiamo cominciare subito a mettere in moto attività di sensibilizzazione perché chiunque si trovi a fare scelte di gestione del proprio reddito o del proprio patrimonio sia consapevole che risparmio, investimento, assicurazione e previdenza svolgono tutti un ruolo importante nel determinare il proprio benessere economico nel presente e nel futuro".
Nella prossima riunione, programmata per fine mese, verranno individuate le prime iniziative concrete per avviare rapidamente un’attività di sensibilizzazione e informazione propedeutica alla vera e propria educazione in campo finanziario, assicurativo e previdenziale.